Educare la propria mente
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Educare la propria mente
Come promesso in un precedente post, avvio un nuovo argomento con il tema "educare la propria mente". Condividete le vostre esperienze in merito!!!
Quando ho scritto questa frase nel post, mi riferivo ad un'esperienza specifica della mia vita, ma credo ci siano molti modi di educare la propria mente.
Premetto che io non sono tanto brava, la mia mente è abbastanza indisciplinata, ma molto meglio di una volta ;-)
ln passato ho sofferto di ansia molto forte e anche depressione. Avevo dei problemi irrisolti dentro di me e ho visto alcuni psicologi, alcuni non hanno fatto nulla, mentre uno mi ha indirizzato molto bene sul mio problema; ma nonostante avessi aggiustato il tiro su quell'argomento specifico, in generale avevo ancora molte difficoltà sul fronte generale della vita. Ad un certo punto, per vari motivi, mi trovai molto in crisi, ne parlai con la mia dottoressa e quella mi iscrisse ad un programma di psicoterapia fornito dal servizio sanitario (all'epoca vivevo a Londra). Non so per quale ragione, ma fu scelto per me l'approccio cognitivo comportamentale.
All'inizio ne fui molto delusa. Era una cosa molto pratica e secondo me superficiale, piena di esercizi e compiti che trovavo banali, tipo registrare tutti i pensieri negativi, registrare a che ora si presentavano, in concomitanza di che cosa, eccetera. Davo in continuazione numeri e valori a tutto, da 1 a 10. "Ecco," pensavo "adesso salterà fuori che sono depressa perchè ho troppi pensieri negativi e mi verrà detto che basterà eliminarli per essere a posto!"
Invece le cose non erano così lineari. SI trattava di trovare dei pattern della mia mente, per capire quali erano i momenti più critici. Individuai dei "core belives", convinzioni che a colpi di logica arrivai a smontare. Dovevo prendere i miei pensieri, rivoltarli come calzini e capire se erano utili o meno, se avevano senso o meno. Dovevo educare la mia mente. Educarla a stare nel presente, a non ingigantire cose irrilevanti, a non fidarmi di lei quando ero stanca, a scollegarla dagli automatismi.
Era un approccio assolutamente pragmatico, della serie: funziona? Bene, continua così. Io avevo un'idea diversa della psicoterapia, fatta di scavi archeologici nell'anima, ma rimestare a che serve se non sai che fare con ciò che emerge? Essere coscienti dell'origine di una propria convinzione o automatismo non basta a superarli. Bisogna rieducarsi, perdonarsi gli errori, riorientarsi.
Molti messaggi non mi furono passati direttamente, ma li elaborai da me durante quel periodo, guidata. Ad esempio, capii il banalissimo concetto che il mio obiettivo era di essere felice (altrimenti che ci stavo a fare in terapia, se non per stare meglio?).
Usai molti strumenti, mi fabbricai quella che la psicologa definiva la mia "tool box", la cassettina degli attrezzi: mindfulness, programmare le attività, scrivere le prove a favore e le prove contro una convinzione, eccetera. Penso che ce ne siano moltissimi e che questa tool box sia altamente personalizzabile.
Penso che proprio per essere un approccio così pragmatico e razionale sia stato efficace con me che sono una persona da sempre molto introspettiva e portata a scavare e a rimuginare, a vivere profondamente le emozioni. Ha messo in moto risorse nuove, inaspettate.
Questa è stata la mia esperienza. Spero possa esservi utile...
Quando ho scritto questa frase nel post, mi riferivo ad un'esperienza specifica della mia vita, ma credo ci siano molti modi di educare la propria mente.
Premetto che io non sono tanto brava, la mia mente è abbastanza indisciplinata, ma molto meglio di una volta ;-)
ln passato ho sofferto di ansia molto forte e anche depressione. Avevo dei problemi irrisolti dentro di me e ho visto alcuni psicologi, alcuni non hanno fatto nulla, mentre uno mi ha indirizzato molto bene sul mio problema; ma nonostante avessi aggiustato il tiro su quell'argomento specifico, in generale avevo ancora molte difficoltà sul fronte generale della vita. Ad un certo punto, per vari motivi, mi trovai molto in crisi, ne parlai con la mia dottoressa e quella mi iscrisse ad un programma di psicoterapia fornito dal servizio sanitario (all'epoca vivevo a Londra). Non so per quale ragione, ma fu scelto per me l'approccio cognitivo comportamentale.
All'inizio ne fui molto delusa. Era una cosa molto pratica e secondo me superficiale, piena di esercizi e compiti che trovavo banali, tipo registrare tutti i pensieri negativi, registrare a che ora si presentavano, in concomitanza di che cosa, eccetera. Davo in continuazione numeri e valori a tutto, da 1 a 10. "Ecco," pensavo "adesso salterà fuori che sono depressa perchè ho troppi pensieri negativi e mi verrà detto che basterà eliminarli per essere a posto!"
Invece le cose non erano così lineari. SI trattava di trovare dei pattern della mia mente, per capire quali erano i momenti più critici. Individuai dei "core belives", convinzioni che a colpi di logica arrivai a smontare. Dovevo prendere i miei pensieri, rivoltarli come calzini e capire se erano utili o meno, se avevano senso o meno. Dovevo educare la mia mente. Educarla a stare nel presente, a non ingigantire cose irrilevanti, a non fidarmi di lei quando ero stanca, a scollegarla dagli automatismi.
Era un approccio assolutamente pragmatico, della serie: funziona? Bene, continua così. Io avevo un'idea diversa della psicoterapia, fatta di scavi archeologici nell'anima, ma rimestare a che serve se non sai che fare con ciò che emerge? Essere coscienti dell'origine di una propria convinzione o automatismo non basta a superarli. Bisogna rieducarsi, perdonarsi gli errori, riorientarsi.
Molti messaggi non mi furono passati direttamente, ma li elaborai da me durante quel periodo, guidata. Ad esempio, capii il banalissimo concetto che il mio obiettivo era di essere felice (altrimenti che ci stavo a fare in terapia, se non per stare meglio?).
Usai molti strumenti, mi fabbricai quella che la psicologa definiva la mia "tool box", la cassettina degli attrezzi: mindfulness, programmare le attività, scrivere le prove a favore e le prove contro una convinzione, eccetera. Penso che ce ne siano moltissimi e che questa tool box sia altamente personalizzabile.
Penso che proprio per essere un approccio così pragmatico e razionale sia stato efficace con me che sono una persona da sempre molto introspettiva e portata a scavare e a rimuginare, a vivere profondamente le emozioni. Ha messo in moto risorse nuove, inaspettate.
Questa è stata la mia esperienza. Spero possa esservi utile...
Ultima modifica di Admin.Valeria il Dom Mar 11, 2018 8:05 pm - modificato 1 volta.
Re: Educare la propria mente
Ciao Valeria, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Deve essere stato un percorso lungo e faticoso.
Io non sono stata da una psicoterapeuta e avevo appunto un'idea di "scavi archeologici nell'anima". Anch'io tendo ad essere diffidente nei confronti degli approcci pragmatici. Mi fa davvero piacere che il mio pregiudizio sia invece smentito dalla tua esperienza. Ti volevo anche chiedere se questo approccio razionale veniva applicato al mdd.. Non so, se per esempio oltre ai pensieri ti facevano rivoltare anche i sogni come calzini, se la psicoterapeuta era a conoscenza di questo disturbo.
Io non sono stata da una psicoterapeuta e avevo appunto un'idea di "scavi archeologici nell'anima". Anch'io tendo ad essere diffidente nei confronti degli approcci pragmatici. Mi fa davvero piacere che il mio pregiudizio sia invece smentito dalla tua esperienza. Ti volevo anche chiedere se questo approccio razionale veniva applicato al mdd.. Non so, se per esempio oltre ai pensieri ti facevano rivoltare anche i sogni come calzini, se la psicoterapeuta era a conoscenza di questo disturbo.
Randagia- Messaggi : 10
Data di iscrizione : 04.07.17
Re: Educare la propria mente
Grazie Valeria, ho fatto il copia-incolla delle parti più salienti del post, voglio lavorarci su. Non ho né tempo né soldi per la psicoterapia, quindi proverò con il fai da te. Grazie per le dritte.
Lunaxel- Messaggi : 28
Data di iscrizione : 12.11.17
Località : Piemonte
Re: Educare la propria mente
Non avevo parlato del mdd alla psicoterapeuta, non conoscevo nemmeno il termine all'epoca... Però indirettamente il mdd ne ha beneficiato moltissimo, posso dire di esserne uscita grazie a quella terapia. Mi sono fatta la convinzione che per guarire il mdd serva guarire tutto il resto, in modo da rendere i sogni non più... necessari.
Lunaxel,se vuoi guardo se ho ancora qualche modulo di quelli che compilavo e te li scannerizzo!
Lunaxel,se vuoi guardo se ho ancora qualche modulo di quelli che compilavo e te li scannerizzo!
Re: Educare la propria mente
Grazie.
Lunaxel- Messaggi : 28
Data di iscrizione : 12.11.17
Località : Piemonte
Re: Educare la propria mente
"Mi sono fatta la convinzione che per guarire il mdd serva guarire tutto il resto, in modo da rendere i sogni non più... necessari."
Valeria , sono sicura che è proprio cosi !!
Valeria , sono sicura che è proprio cosi !!
maria6- Messaggi : 1
Data di iscrizione : 18.10.17
Re: Educare la propria mente
maria6 ha scritto:"Mi sono fatta la convinzione che per guarire il mdd serva guarire tutto il resto, in modo da rendere i sogni non più... necessari."
Valeria , sono sicura che è proprio cosi !!
Grazie Maria... Se posso chiedere, qual è la tua esperienza in merito?
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